A cura di Marco Di Marco.
Dense colonne di cenere alte diversi km, fontane di lava, un sistema di fessure eruttive lungo circa 2 km, colate di lava in Valle del Bove e uno sciame sismico che ha prodotto oltre 2000 scosse, la più forte delle quali (di magnitudo 4.8) ha arrecato danni importanti alle strutture di alcuni paesi della fascia orientale del vulcano e lasciato senza casa più di 1000 persone.
È il bilancio dell’attività eruttiva dell’Etna iniziata la vigilia di Natale 2018 e durata, nel complesso, circa 4 giorni.
Dopo alcuni mesi di moderata attività stromboliana sommitale prodotta da Bocca Nuova, Cratere di Nordest e Cratere di Sudest, la mattina del 24 Dicembre è iniziato uno sciame sismico in area sommitale accompagnato da dense emissioni di cenere dalla Bocca Nuova. Un paio d’ore più tardi una fessura eruttiva si è aperta alla base orientale del Cratere di Sudest e si è propagata in direzione SSE verso l’orlo occidentale della Valle del Bove, raggiungendo in poco meno di due ore una quota minima di 2400 mslm sulla parete della Valle stessa.
La frattura ha inizialmente prodotto una colonna di cenere alta diversi km, fontane di lava per buona parte della sua lunghezza e alcuni flussi lavici che si sono riversati verso il fondo della Valle del Bove. Nel corso della giornata l’attività esplosiva alla frattura si è attenuata gradualmente, mentre permaneva una moderata attività effusiva dalle bocche poste più a valle. Tra il 25 dicembre e il 26 dicembre l’alimentazione alle bocche effusive si è gradualmente attenuata ed è cessata nella notte tra il 26 e il 27 Dicembre.
L’attività eruttiva è comunque proseguita fino alla giornata del 30 Dicembre con una moderata attività stromboliana alla Bocca Nuova, accompagnata da una vistosa emissione di gas.
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Foto di Giuseppe Distefano / Marco Restivo
Durante l’episodio eruttivo è continuato lo sciame sismico iniziato la mattina del 24, prodotto dall’intrusione magmatica (dicco) all’interno dell’edificio vulcanico, con epicentri localizzati inizialmente in area sommitale e successivamente nella porzione meridionale della Valle del Bove. Il dicco ha generato una deformazione dell’edificio vulcanico che ha sollecitato alcuni sistemi di faglie ben noti sui versanti occidentale (faglia di Ragalna) e sul versante sudorientale (Faglia Fiandaca-Pennisi). Quest’ultima, il 26 Dicembre alle 03:19 ha prodotto il terremoto di Magnitudo Locale 4.8 che ha causato danni a numerose abitazioni e attività commerciali in alcuni paesi tra cui Fleri, Pennisi, Zafferana Etnea, Santa Venerina.
Al momento non è presente attività eruttiva, ma prosegue con intensità minore l’attività sismica sul versante sudoccidentale del vulcano.
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Foto di Giuseppe Distefano / Marco Restivo
Il nostro servizio per il National Geographic Italia con i testi di Michela Costa. Link al servizio completo
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